Q come Quake III Arena

 In Architettura ludica

Welcome to the pleasure domes: Nella storia dell’architettura ludica è preminente la tipologia architettonica dell’arena, del luogo deputato ai combattimenti. Un grande classico è il Colosseo in plastica commercializzato dall’Atlantic nel 1978, un riferimento assoluto con la forza della storia. Notevole pure l’arena sfavillante del videogame Quake III, a cavallo tra Mad Max e lo Stadio dei marmi di Roma. E per quanto non sia un’arena, a livello formale merita qui una menzione il Sigmarite Dais di Warhammer Age of Sigmar.

Quake in Brianza di Mario Gerosa

Avevamo fatto quella passeggiata un’infinità di volte. Partivamo dalla nostra casa, in fondo al paese, e poi andavamo verso il lago del Segrino costeggiando la strada. Quei paesaggi erano e sono emblematici di una Brianza serena, tranquilla e lavoratrice, dove è difficile aspettarsi qualche vera sorpresa. Tutt’alpiù vedevi sorgere periodicamente qualche nuova casa plurifamiliare, dato che il periodo d’oro delle ville era passato da tempo. Eravamo quasi arrivati al bar-pasticceria, tappa intermedia obbligata delle nostre passeggiate quotidiane, quando mia moglie mi disse: “Hai visto cosa scrive il giornale?”, indicandomi l’espositore con la prima pagina della Provincia. Restai stupito e incredulo quando lessi “Eupilio: si costruisce villa da videogame”. Guardai mia moglie interdetto, poi mi fiondai subito dal giornalaio. Nell’articolo –che occupava ben due pagine- si raccontava che un industriale locale, certo Giovanni Bonacina, stava facendo costruire in zona una villa che riprendeva tale quale l’architettura di un videogioco di successo di qualche anno prima, Quake III Arena. Come scriveva Filippo Magni, il corrispondente della Provincia, “Bonacina, discendente della grande dinastia di industriali del cemento, ha 34 anni ed è un grande appassionato di videogames. Recentemente si è piazzato al secondo posto ai World Cyber Games, i campionati mondiali di videogames, che si sono tenuti a Singapore. In un primo tempo il Comune ha ostacolato il progetto, un po’ troppo ardito, ma poi, visto che la villa sorgerà all’interno di un parco di 20 ettari e dato che, aggiungiamo noi, Bonacina ha sponsorizzato la costruzione della nuova piscina comunale, tutto si è sistemato. Ma come sarà questa villa da videogame? L’abbiamo chiesto al progettista, Gianfranco Valisi, che ci ha parlato di una realizzazione “spettacolare, hollywoodiana”, aggiungendo però che “non sarà un giocattolone da parco dei divertimenti, sarà una rivisitazione colta dello stile da videogames”. Resta da capire quale sia lo “stile da videogames” di cui parla l’architetto, che non ci ha detto altro sul fantasioso progetto. Nondimeno, come vedete nelle immagini che corredano l’articolo, è un complesso monumentale, tra il castello e il labirinto…” L’articolo proseguiva con gli eruditi commenti di uno storico dell’arte locale che ravvisava nello stile della villa da videogame “un’assonanza flebile ma sussistente con la conformazione tipologica dell’architettura lombarda del XVII secolo, particolarmente incisiva se rapportata all’opera del Lanfranchini, l’ingegnere militare ”. Successivamente cercai di intervistare l’architetto, che però non si sbottonò, pur dichiarandosi lusingato di essere stato interpellato da una rivista d’arredamento. Vedere lo stato di avanzamento dei lavori era impossibile, poiché la villa era nascosta dal verde, e nessuna indiscrezione trapelava. Mesi dopo, a pranzo in uno dei due ristoranti del paese, ci trovammo seduti a due passi da una famiglia del posto, che parlava a voce piuttosto alta. Quando carpii le parole “villa del videogioco”, cercai di non perdermi nulla dei loro discorsi. In breve, dissero che Bonacina aveva fatto costruire accanto alla villa una sorta di mega-palestra con un centro di addestramento paramilitare. E sembrava che uno dei familiari dei commensali della tavolata, maresciallo dei carabinieri, indagasse sulla sparizione di alcuni ospiti stranieri, gente tipo mercenari.

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