C come Cofanetti Sperlari
“Un cofanetto Sperlari non si incarta mai”. E’ una delle frasi che mi sono rimaste più impresse delle pubblicità di una volta. Una frase perentoria che dà conto della bellezza e dell’unicità di quei cofanetti, che spesso su eBay sono chiamati impropriamente scatole di latta. Chiamarli con il loro nome, pronunciando con dizione da accademia d’arte drammatica la parola cofanetti, contribuisce a posizionare quei manufatti al livello che compete loro. Legati inestricabilmente a un immaginario anni ’60 e ’70 di scaffali di pasticcerie e di armadi delle nonne, i cofanetti Sperlari danno il meglio di sé quando ricreano i materiali: sono sempre in latta, ma a volte evocano la malachite, altre volte il ferro, altre volte la ceramica. Ci sono cofanetti Sperlari che sembrano ceramiche Wedgwood e altri che sembrano dipinti a mano, con decori neobizantini o post romantici. Ma ce ne sono anche altri, tra il pop e il brutalismo, concepiti come casseforti in miniatura. Semplificando si può dire che sono kitsch, ma non è proprio così. C’è una sublime raffinatezza nei cofanetti Sperlari, che si svela sempre più man mano che il tempo passa e deposita la sua patina sulle scatole vuote.
Un vero must negli anni Settanta. Particolarmente pregiati quelli con decori in stile Wedgewood, oppure i raffinati cofanetti in stile mosaico bizantino, o ancora, quelli che imitano le venature del marmo o le sfumature della malachite.