R come Rococò sintetico
Combinazione del contrasto tra tecnologia e spirito gozzaniano, il rococò sintetico fa parte del nostro mondo.
Negli ultimi anni nel mondo dell’interior design si sono moltiplicati gli stili. Un tempo la scelta si restringeva a una decina di esempi, come lo stile nautico, quello alpino, lo stile etnico e quello scandinavo. Poi è esplosa la moda del design e dell’interior design, e la gente ha scatenato la propria creatività, dando vita a decine di nuove declinazioni dell’arredamento della propria casa, pubblicando le foto sui social e facendo diventare virali le nuove soluzioni adottate.
Ecco allora nascere nuovi termini, entrati rapidamente nel lessico dell’arredamento contemporaneo. Voci come Industrial Chic, Urban, Fleamarket Chic, Hollywood Glam, Sitcom Style. Uno di questi stili è il rococò digitale. E’ lo stile di chi considera la tecnologia un male necessario. Negli anni ‘80 c’era la corsa ai gadget dal disegno austero e freddo e ci si riempiva la casa di oggetti inutili che però davano l’idea di una grande attenzione al corso del presente: c’erano radio, calcolatrici, barometri rigorosamente in acciaio che facevano tanto tendenza.
Adesso tanti seguaci di quel trend hanno portato tutto in solaio, e si trovano però a fare i conti con una tecnologia indispensabile, la cui estetica viene rinnegata. Così come ai tempi della regina Vittoria si nascondevano per pudore le gambe dei tavoli, oggi chi non crede più nella bellezza della tecnologia, cerca di dissimulare con mobili a scomparsa e vari artifici computer, giradischi e televisori, come succedeva negli anni ‘60. Il futuro fa paura, e allora lo si ingentilisce con qualche fronzolo e un po’ di decorazioni. E’ l’antitesi della casa hi-tech che ostenta la tecnologia, qui la tecnologia la si nasconde. C’è chi dissimula lo schermo di un televisore dietro a due ante, scorrevoli o no, chi crea ingegnosi mobiletti motorizzati per celare l’impianto hi-fi, e chi opta per i classici mobili in stile rococò come supporti e cornici degli apparecchi tecnologici, per ingentilire il freddo stile del rigore ingegneristico.
Il rococò sintetico è lo stile di chi considera la tecnologia un male necessario. Negli anni ‘80 c’era la corsa ai gadget dal disegno austero e freddo e ci si riempiva la casa di oggetti inutili che però davano l’idea di una grande attenzione al corso del presente: c’erano radio, calcolatrici, barometri rigorosamente in acciaio che facevano tanto tendenza. Adesso tanti seguaci di quel trend hanno portato tutto in solaio, e si trovano però a fare i conti con una tecnologia indispensabile, la cui estetica viene rinnegata. Così come ai tempi della regina Vittoria si nascondevano per pudore le gambe dei tavoli, oggi chi non crede più nella bellezza della tecnologia, cerca di dissimulare con mobili a scomparsa e vari artifici computer, giradischi e televisori, come succedeva negli anni ‘60. Il futuro fa paura, e allora lo si ingentilisce con qualche fronzolo e un po’ di decorazioni.
Il rococò digitale è l’antitesi della casa hi-tech che ostenta la tecnologia, qui la tecnologia la si nasconde. C’è chi dissimula lo schermo di un televisore dietro a due ante, scorrevoli o no, chi crea ingegnosi mobiletti motorizzati per celare l’impianto hi-fi, e chi opta per i classici mobili in stile rococò come supporti e cornici degli apparecchi tecnologici, per ingentilire il freddo stile del rigore ingegneristico.